Sulla scena compare Cesira, ombra leggera e incerta sulla linea sottile che
divide il femminile dal maschile.
Cesira, venditrice di limonate dei quartieri spagnoli di Napoli…
Cesira che racconta a un supposto cameraman del telegiornale tre curiose
verità sui suoi baffi.
Tre diverse versioni per giustificare un paio di baffi su un ” corpo di donna
femminile” , tipico esempio della condizione esistenziale della donna del
sottoproletariato napoletano, e non solo.
“Le tre verità di Cesira”, tre monologhi, tre racconti surreali di Manlio
Santanelli.
Una comicità che apre amari squarci sulla verità: la verità sulla condizione
esistenziale della protagonista, sulla condizione sociale, la verità
dell’ambiguità del linguaggio e della comunicazione.
La scena lentamente si riempie di voci, suoni, immagini, e Cesira
risponde,parla,ride,grida,insulta,si agita,sempre oscillante tra il riso e il
pianto,tra il comico e il tragico.
Ho voluto una messinscena semplice, scarna, tutta centrata sul corpo/attore,
e un sapiente gioco di luce aiuta a creare uno spazio ideale dove possono
prendere corpo le fantasie e il suo racconto, dove anche il reale e’ destinato a
sfumare nel sogno e la verità nella finzione